{"id":6927,"date":"2021-03-19T15:45:10","date_gmt":"2021-03-19T14:45:10","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lascauxonlus.it\/?p=6927"},"modified":"2021-03-19T15:56:07","modified_gmt":"2021-03-19T14:56:07","slug":"calmiamoci-insieme","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lascauxonlus.it\/calmiamoci-insieme\/","title":{"rendered":"CALMIAMOCI INSIEME"},"content":{"rendered":"
di SARA LIGORIO, educatrice Nido blu<\/em><\/p>\n Riuscire a calmare una persona arrabbiata non \u00e8 mai semplice e ci\u00f2 diventa ancor pi\u00f9 difficile se ad essere calmato \u00e8 un bambino che fa ancora fatica a riconoscere in modo preciso ci\u00f2 che prova. Pianti inconsolabili, forte agitazione motoria, urla… relazionarsi con un bambino arrabbiato \u00e8 spesso molto faticoso e pu\u00f2 attivare anche in noi stessi forti emozioni: ci si pu\u00f2 sentire impotenti difronte ad una perdita di controllo nel proprio bambino, spaventati, arrabbiati, dispiaciuti… \u00e8 tutto normale! Ad esempio inizia ad esprimere gusti, preferenze, compare il \u201cno\u201d, difende le proprie conquiste che lo fanno sentire capace; dall\u2019altra parte il conquistare delle autonomie significa scoprire le proprie risorse ma anche i propri limiti, percependone tutta la rabbia e la frustrazione. di SARA LIGORIO, educatrice Nido blu Riuscire a calmare una persona arrabbiata non \u00e8 mai…<\/p>\n","protected":false},"author":3,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[34,35,32],"tags":[],"yoast_head":"\n
\nPartiamo dal capire meglio cosa sia la rabbia e a cosa serva ai bambini. Molto spesso quando si pensa alla rabbia e all\u2019aggressivit\u00e0 si fa riferimento a delle emozioni negative, distruttive, spesso da volere liminare. In realt\u00e0 tale emozione \u00e8 stata definita adattiva poich\u00e9 aiuta il bambino a mettersi in guardia contro i pericoli, permettendogli di reagire; si tratta di un meccanismo di protezione che ha il compito di segnalare a s\u00e9 e all\u2019altro che qualcosa non va, che qualcuno ci sta facendo del male, ci sta dando fastidio, che non si ritenga giusto qualche comportamento, che i propri bisogni o desideri non siano stati soddisfatti. Ci\u00f2 ci stimola a farci valere e a comunicare il proprio stato emotivo.
\nFino ad ora abbiamo parlato di rabbia che \u00e8 lo stato emotivo provato dal bambino in situazioni di pericolo o minaccia dei propri bisogni; il comportamento strettamente correlato \u00e8 l\u2019aggressivit\u00e0. Anch\u2019essa, cos\u00ec come la rabbia, non \u00e8 da connotare esclusivamente in maniera negativa in quanto fa parte del percorso di crescita e autoaffermazione di s\u00e9 come soggetto autonomo. Infatti nel primo anno di vita l\u2019aggressivit\u00e0 del bambino \u00e8 una modalit\u00e0 specifica sia di reagire alle frustrazioni sia di dare spazio alla tendenza esplorativa che caratterizza proprio i primi anni di vita.
\nIntorno all\u2019anno e mezzo il bambino esplora l\u2019ambiente in maniera maggiormente autonoma e attiva: inizia a percepirsi come diverso dall\u2019altro e mette in campo comportamenti che gli permettono di definirsi come individuo.<\/p>\n
\nIn questa fase dello sviluppo si possono osservare i giochi del fare e del disfare; i bambini rompono\/smontano le cose per capire cosa nascondano. Attraverso ci\u00f2 il bambino impara ad affermare se stesso, a conoscersi e a conoscere l\u2019ambiente. Quando, verso i tre anni, il bambino ha consolidato certe abilit\u00e0 e si sente pi\u00f9 forte, i giochi iniziali si modificano ed \u00e8 normale che comincino i giochi di rivalit\u00e0 che necessitano la mediazione di un adulto per contenere le emozioni che la rivalit\u00e0 implica e per aiutare i bambini nel comprendere quale sia il modo corretto di stare con l\u2019altro.
\nDurante la prima infanzia si parla principalmente di aggressivit\u00e0 fisica che non va confusa con un comportamento violento o cattivo in quanto il bambino non ha ancora sviluppato le competenze cognitive per mettere in atto un comportamento teso a danneggiare intenzionalmente l\u2019altro. Bambini molto piccoli ricorrono prevalentemente a forme fisiche di aggressione poich\u00e9 non dispongono ancora delle abilit\u00e0 linguistiche e cognitive che consentono loro di ricorrere al linguaggio esprimendo ci\u00f2 che provano; ci\u00f2 si associa, come inizialmente detto, all\u2019incapacit\u00e0 di regolare e gestire in autonomia il turbinio di emozioni che si scatena dentro di loro. Loro sentono
\nl\u2019emozione nel corpo senza comprendere ci\u00f2 che gli accade e senza riuscire a comunicarlo!
\nPer potere maturare delle competenze hanno bisogno della figura dell\u2019adulto: qualcuno che li accompagni nella comprensione e nella regolazione di ci\u00f2 che provano. E\u2019 quindi fondamentale la funzione del genitore che possa \u201creggere\u201d le loro emozioni, contenerle, nominarle, regolarle e indicare dei comportamenti adattivi da mettere in gioco per esprimerle. Ad esempio, capita spesso anche al nido che un bambino voglia giocare con il gioco di un altro bambino e, dovendo aspettare, si arrabbi e diventi aggressivo con l\u2019altro: in questi casi \u00e8 importante spiegare al bambino cosa stia succedendo \u201cOra sta giocando Luca, quando ha finito puoi usarlo tu\u201d, verbalizzare e comprendere l\u2019emozione
\nprovata \u201cSo che questa cosa ti fa arrabbiare\u201d e aiutarlo nel regolarsi magari aspettando con lui e proponendogli un gioco alternativo nell\u2019attesa. Vale la pena aggiungere che se l\u2019aggressivit\u00e0 pu\u00f2 recar danno al bambino o ad altri pu\u00f2 essere necessario un allontanamento fisico dalla situazione relazionale per dar modo al bambino di \u201clasciar scorrere\u201d l\u2019emozione e comprendere che ad essa si pu\u00f2 \u201csopravvivere”. In ogni caso \u00e8 importante parlare al bambino aspettando che non sia pi\u00f9 accecato dalla rabbia in modo tale che possa essere disponibile all\u2019ascolto.
\nTutto ci\u00f2 non \u00e8 affatto semplice per il genitore! \u00c8 importante accettare di non essere dei genitori perfetti e di accontentarsi di essere genitori \u201csufficientemente buoni\u201d come citava Winnicott, pediatra e psicoanalista britannico, capaci di accettare i propri limiti, ma nello stesso tempo realmente disponibili a fare del proprio meglio ed essere sintonizzati sui bisogni dei propri figli. Concludendo, per provare a cavalcare
\ninsieme al vostro bambino l\u2019onda delle sue emozioni alla base di un comportamento aggressivo \u00e8 importante comprendere che le emozioni \u201cnegative\u201d non passano solo perch\u00e9 decidiamo di non dargli importanza bens\u00ec si regolano quando riusciamo a dargli un nome e a sentirci
\ncompresi; inoltre il bambino \u00e8 sensibile anche allo stato emotivo del genitore stesso, pi\u00f9 si \u00e8 calmi e rilassati, maggiormente il bambino riuscir\u00e0 a rilassarsi. Infine, nonostante il bambino non parli ancora, \u00e8 in grado di sintonizzarsi sul tono che ascolta, per questo bisogna
\nabituarlo a sentire le parole utili ad esprimere le emozioni; allo stesso tempo per\u00f2 bisogna essere in grado anche di porre dei limiti ai comportamenti inadeguati, facendo capire loro che ci\u00f2 che \u00e8 sbagliato \u00e8 il \u201cmordere\u201d o il \u201ctirare i capelli\u201d e non l\u2019essere arrabbiati!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"